Fondazione Ozanam, “dai matrimoni interfede all’educazione dei figli, come cambia l’Italia di oggi”
“Comprendere come stia cambiando il concetto di famiglia in un’Italia multietnica, ma soprattutto multireligiosa, e quanto la presenza di diverse religioni possa incidere sulle unioni matrimoniali e di conseguenza sull’educazione dei figli”.
E’ l’obiettivo del volume “Famiglie e religioni. Dai matrimoni interfede all’educazione dei figli: come cambia l’Italia di oggi”, a cura di Maria Rosa Ardizzone, Francesca Baldini e Romana Bogliaccino, promosso dalla Fondazione Beato Federico Ozanam – San Vincenzo De Paoli e frutto di un’indagine partita da un convegno realizzato nell’ottobre del 2020 dal gruppo “Donne di fede in dialogo” di Religions for Peace Italia.
“Il volume mira ad indagare, attraverso contributi di natura sociologica e giuridica, cause ed effetti di un cambiamento sociale legato alla famiglia, con particolare riferimento all’Italia di oggi”, ha spiegato il presidente della Fondazione Ozanam, Giuseppe Chinnici, durante la presentazione del volume, svoltasi all’Università Lumsa di Roma.
Il libro si compone di tre parti: nella prima viene affrontato il rapporto tra fede, identità e pluralismo; nella seconda sono analizzate le prospettive pastorali delle religioni sulle unioni familiari; la terza, infine, intitolata “Dialogo della fede e dialogo della vita”, contiene alcune interviste alle coppie di matrimoni interfede e ai figli nati da matrimoni misti tra credenti di fedi diverse.
Secondo i dati di una ricerca promossa dall’Ufficio nazionale della Cei per l’ecumenismo e il dialogo religioso, in cui sono state coinvolte tutte le diocesi, le dispense e le licenze per matrimoni “misti” e “dispari” sono state 10.858, di cui la maggior parte, pari al 59%, sono interconfessionali, l’8% sono richieste con credenti di altre religioni e il 33% con coniuge di altre tipologie (non battezzati, abbandoni della fede, battezzati passati ad altra confessione).
A parte il piccolo della città di Roma, i matrimoni interfede si concentrano nelle città del Nord e del Centro, dove, come confermano i dati generali, risiede un maggior numero di popolazione immigrata, anche se l’analisi riguarda anche gli italiani.
Michela Nicolais, giornalista